La denuncia di Michelotti: “In moto sui sentieri creati per l’escursionismo”
Riceviamo e pubblichiamo una riflessione di Augusto Michelotti
Ecco cosa sta succedendo al nostro Paese. I continui interventi di Stefano Canti, pseudo segretario all’ambiente (no green but gray – non verde ma grigio) stanno demolendo tutto quello che si era cercato di fare per l’ambiente in precedenza al suo mandato, e lo fa per due semplicissime ragioni: la prima perché bisogna denigrare l’operato di chi era venuto prima e aveva realizzato parecchie cose importanti come il porta a porta, il progetto San Marino Bio al 100%, il progetto della sentieristica per il turismo escursionistico, il nuovo PRG a firma Boeri, giusto per fare alcuni esempi, anche se di cose fatte ce ne sarebbero tante altre che il presente governo dei 44 gatti di maggioranza in fila per sei col resto di due ha colpevolmente e in mala fede distrutto in meno di due anni di governo. La seconda ragione è per andare a cercare consensi elettorali in ogni piega dell’elettorato; infatti ultimamente Canti e Lonfernini hanno trovato entusiastiche approvazioni e consensi dagli amanti dei motori di varie specialità: dai crossisti a chi fa enduro, dai moto rallysti ai trialisti fino ad arrivare anche agli amanti dei quad (le moto a quattro ruote) e le auto da fuoristrada (nulla lo vieta con le leggi ultimamente approvate dal sig Canti detto Mister Gray) che giustamente hanno esultato per l’inaspettata concessione a divertirsi sulle spalle di un’ambiente già segnato, preparato, attrezzato e creato per altri scopi molto più ecologici e naturali quanto le salutari passeggiate a cui i percorsi tracciati sono, anzi erano destinati. L’ultima perla partorita dalle fervide menti in odore di Congresso di Stato è la genialata di quell’ambientalista dell’ultim’ora di Stefano Canti spalleggiato dal segretario al lavoro con delega allo sport Teodoro Lonfernini e cioè l’entrata a piedi pari contro il progetto della sentieristica sul territorio di San Marino di cui fa parte il Cammino del Titano (43 Km. di passeggiata naturalistica attorno al monte Titano), realizzato e inaugurato con enfasi dal presente governo che in tale occasione ha dovuto riconoscere e ammettere a denti stretti i meriti di chi, questa infrastruttura virtuosa l’ha voluta con forza pensando ad una differenziazione dell’offerta turistica indirizzata verso tutto il nostro bellissimo territorio e non solo verso la nostra capitale e per dare ai sammarinesi un servizio e un’opportunità in più di un salutare svago a spasso su tutto il territorio e non certo un circuito attrezzato per mezzi inquinanti e rumorosi. Purtroppo ho commesso un errore grave anch’io, quando è entrata in vigore la legge decisamente ambigua “…sulla creazione di una rete sentieristica della Repubblica di San Marino”; avrei dovuto accorgermi che, essendo una legge proposta dal geom. Stefano Canti, democristiano di chiara fede e quindi ambiguo per definizione storica comportamentale di quel partito, dove fosse la fregatura che infatti, puntuale come la morte appare all’art. 13 in completa antitesi con l’art. 12 che al comma 3 recita: “E’ fatto inoltre divieto di transitare con mezzi motorizzati, fatti salvi i mezzi agricoli e i mezzi autorizzati in caso di attività di controllo, manutenzione, soccorso e protezione civile…”. L’art. 13, in spregio a quanto testè appena descritto, dice l’esatto contrario dando all’UGRAA il potere di autorizzare “…l’utilizzo dei sentieri appartenenti alla rete escursionistica per l’utilizzo nell’ambito di manifestazioni, anche con mezzi a motore”. Ecco l’aberrazione, una legge schizofrenica che prima dice una cosa giusta e poi, per accattivarsi le simpatie di qualcuno, dice scorrettamente quindi sbagliando, il suo esatto contrario. Naturalmente il regolamento approvato con sollecita solerzia il 13 luglio, raccomanda ai fruitori motorizzati di non arrecare danni all’ambiente naturale e in particolare di non provocare disturbo alla fauna; voglio vedere come faranno i piloti e i centauri in competizione a non disturbare, con i loro mezzi rumorosi e invadenti per antonomasia, scorrazzando in ambienti incontaminati terrorizzando la fauna e devastando la flora dove la gente va alla ricerca di pace, tranquillità e serenità per evadere dagli stress della vita moderna. Quale vero ambientalista non capirebbe un misfatto così evidente seppur di così facile comprensione? Basta una manifestazione all’anno per distruggere l’equilibrio naturale fatto maturare in anni di lavoro e di rispetto per l’ambiente e quello non si ripara e non si ripristina, ci vogliono altrettanti anni. Ma questo il sig. Canti e il sig. Lonfernini lo sanno? Certo che lo sanno, solo che non gliene frega niente, è questo il problema vero di dove stanno mandando il Paese, cioè allo sfacelo appiccicando addosso a tutti noi l’etichetta di retrogradi e insensibili ai temi di salvaguardia del territorio. Il territorio è talmente piccolo che sarebbe facile tutelarlo, basterebbe volerlo, ma loro lo vogliono? Sembra proprio di no. Fa pensare il silenzio assordante di Rete, ex movimento ambientalista ora partito di governo e quindi accondiscendente a tali scelte che quando era all’opposizione aborriva, mi fa venire in mente quella parola che mister preferenze il sig. Zeppa usava spesso alla fine dei suoi interventi ma che adesso non usa più se no se la dovrebbe sparare addosso: “VERGOGNA”.