Giustizia

Repubblica Futura ancora all’attacco sulla Giustizia

Riusciranno i nostri eroi a compiere un altro sfregio?

Nonostante le denunce della Camera Penale, nonostante lo sciopero degli avvocati, nonostante soprattutto la lettera del Segretario Generale del Consiglio d’Europa che richiama chiaramente il potere esecutivo e legislativo a non interferire su procedimenti in corso ed a rispettare l’autonomia della Magistratura, alla maggioranza non pare interessare nulla.

L’obiettivo è chiaro fin da prima delle elezioni, quando questa maggioranza si formò senza dirlo ai cittadini: eseguire i dettami di Gabriele Gatti e fare “terra da ceci” in Tribunale. Tradotto: la restaurazione dei vecchi poteri e l’allontanamento dei giudici scomodi, per arrivare al blocco dei processi che vedono coinvolti politici ed ex politici dell’area di Governo.

Le cose stanno compiendosi: prima la blindatura del Collegio Garante cioè del nostro massimo organo di garanzia costituzionale (per la prima volta nella storia nominato solo da una parte politica); poi la legge qualificata n.1/2020 che, con le sue norme retroattive, ha consentito di interferire su procedure in corso e decisioni già prese, cancellandole in un sol colpo; poi ancora, la rimessa in sella dell’ex Magistrato Dirigente Pierfelici la quale, in pochi minuti, ha rimescolato tutti i carichi di lavoro in Tribunale, andando a togliere fascicoli aperti a chi li aveva per affidarli ad altri giudici (una cosa inaudita, che va contro ogni principio costituzionale che prevede che ci sia un “giudice naturale” predeterminato per ogni fascicolo).

Ora la prossima puntata sembra essere la cacciata di un giudice scomodo, Buriani, “colpevole” di avere portato avanti il processo “Conto Mazzini” e quindi di avere condannato politici dell’area di questa maggioranza; nonché di avere rinviato a giudizio l’attuale Segretario di Stato Ciavatta, per le ben note spedizioni punitive in Carisp.

È evidente che per la maggioranza attuale è un nemico da abbattere.

E allora ecco intervenire l’altro “mentore” di questa compagine governativa, l’altra ispiratrice della sua formazione: Catia Tomasetti, presidente di Bcsm (70.000€ all’anno per venire a San Marino una volta al mese) che dirige tutto da Roma ma viene santificata nonostante le numerose “scivolate” di cui si è resa protagonista (una su tutte: i servizi segreti!).

La Tomasetti che, indagata da Buriani per l’inutile consulenza Gozi (poi archiviata), a sua volta vuole la vendetta.

E allora presenta un “esposto” in Commissione Affari di Giustizia contro il giudice, dicendo che ha lavorato male: in un paese normale gli esposti si fanno in Magistratura, ma a San Marino la maggioranza non sembra preoccuparsene e anzi, sulla base di questo “esposto”, è pronta ad attivare una azione di sindacato contro Buriani stesso.

Per trovare le basi legali per farlo, però, non si affida, come sarebbe normale, all’Avvocatura dello Stato. No, nomina un consulente, tale avvocato Stefano Preziosi, che parrebbe persona assolutamente vicino a chi? Ma ovviamente al marito di Catia Tomasetti, Cristiano Cannarsa.

In pratica il ricorrente (Tomasetti) nomina il consulente che dovrà dare le basi legali per valutare il suo ricorso. Ci sembra assolutamente lineare, degno di una maggioranza che si sta facendo beffe di ogni elementare principio giuridico, in primis quello del conflitto di interessi.

Ce la faranno i nostri eroi?

Martedì è convocata la Commissione Affari di Giustizia, poi il Consiglio Giudiziario Plenario che dovrà prendere le decisioni finali.

Chissà se qualcuno o qualcosa potrà fermare questo ennesimo sfregio alle istituzioni?

c.s. Repubblica Futura

San Marino 6 settembre 2020/1719 d.F.R.