Il PSD sull’associazione (segreta) all’Unione Europea
San Marino. Un editoriale di Carlo Romeo ha rilanciato la discussione sull’accordo tra San Marino e l’Unione Europea. Si tratta, purtroppo, di una discussione del tutto astratta perché in questi due anni di negoziato, costati almeno centinaia di migliaia di euro e guidati da un consulente forestiero, non è mai circolato pubblicamente un documento pubblico scritto di scenario, di bozza, di resoconto, sull’andamento del negoziato, sul suo sviluppo concreto.
Nell’ultimo, prolisso, “comunicato stampa” (sic) è il consueto florilegio di vaghezze: si parla in politichese di “criticità”, “aspetti”, “questioni”, senza chiarire quali sono e cosa riguardano e quindi senza dire nulla di reale alla cittadinanza. Questo occultamento della realtà a solo un anno dalla fine del negoziato, dichiarata dal Segretario agli Esteri per il 2019, sembra una sorta di diplomazia segreta del tutto inadeguata alla Repubblica. San Marino è fondata sulla conoscenza popolare delle scelte pubbliche, non sull’idea oligarchica. Quell’idea oligarchica è stata sconfitta nel 1906 e il PSD combatte ogni sua riproposizione di sorta, sotto ciascuna forma, presente e futura.
Il PSD chiede la conoscenza pubblica puntuale dei termini attuali, concreti – non teorici e vaghi – del negoziato con l’Unione europea, delle sue “criticità”, “aspetti”, “questioni”. Il PSD difende così l’interesse popolare che coincide col controllo dei cittadini sul loro nel più importante momento della politica estera dalla fine della seconda guerra mondiale. Non è possibile, se non all’idea oligarchica, sottrarre alla conoscenza pubblica e al controllo popolare un accordo che imporrà una cessione di sovranità senza precedenti e segnerà per sempre il futuro nostro e dei nostri figli. Senza questo controllo c’è molto da temere per la nostra millenaria Repubblica. La politica estera è patrimonio di tutto il paese, non di una sua parte peraltro piccolissima.
Il Segretario PSD, Gerardo Giovagnoli