Csdl: l’equità fiscale alla base di ogni riforma
San Marino. I temi oggetto del confronto con il Governo, devono essere strettamente legati l’uno all’altro, in una visione d’insieme, da cui far discendere, in modo coerente, i provvedimenti sui singoli aspetti. È il messaggio forte che la delegazione sindacale ha espresso nell’incontro di ieri con il Congresso di Stato, che ha dato il via al tavolo di confronto sulle problematiche generali, richiesto dalla CSU. Lo stesso concetto è stato ribadito con forza dal Consiglio Direttivo CSdL, riunitosi nella mattinata di oggi. Il progetto di sviluppo e tutti gli interventi di riforma posti sul tavolo, dalla riforma pensionistica a quella delle imposte indirette, dalla revisione della spesa pubblica alle politiche per l’occupazione, devono avere un filo conduttore imprescindibile e fondamentale: l’equità fiscale. Senza questo basilare obiettivo, ancora lungi dall’essere realizzato, nonostante la riforma del 2013, si finirebbe per continuare a chiedere ulteriori sacrifici alle sole categorie dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, mentre diversi settori del lavoro autonomo continuerebbero a non fare il loro dovere nei confronti della collettività.
Per la CSdL occorre dire basta a tutto ciò; lavoratori e pensionati non sono più disposti a continuare ad essere i bersagli predestinati di politiche volte ad abbassare il livello dei diritti sociali ed economici. I dati degli ultimi anni testimoniano in modo inequivocabile che il gettito fiscale del lavoro autonomo e dei liberi professionisti, nonostante l’introduzione della Smac quale strumento di tracciabilità dei ricavi, complessivamente è addirittura diminuito, e che quindi tutto il peso della contribuzione continua a gravare sulle spalle dei lavoratori subordinati e dei pensionati. Quello che manca e che è assolutamente necessario è un’azione costante ed efficace di controlli fiscali su tali categorie, per far sì che siano indotte a dichiarare i propri redditi in base alle loro risorse e patrimoni reali. Il Governo, in tal senso, sul piano politico non ha mai dato nessun segnale volto a mettere fine a questo stato di cose, e non ha mai espresso una qualche forma di condanna per una situazione che vede sussistere ancora ampissime aree di evasione ed elusione fiscale. La riforma del fisco per realizzare l’equità, per il sindacato è un intervento prioritario, che l’Esecutivo, dal canto suo, vorrebbe invece affrontare in una fase successiva.
Fondamentale per la ripresa del paese e per attrarre nuovi investimenti produttivi, è la messa in sicurezza del sistema bancario, che deve assicurare ai cittadini e al sistema delle imprese le risorse economiche necessarie. In tal senso, occorre conoscere gli esiti dell’AQR e quindi dell’azione di recupero dei “crediti deteriorati” (NPL), e far fronte alle necessità di capitalizzazione delle stesse banche, attraverso efficaci progetti di rilancio e riqualificazione, in grado di consolidarne lo stato economico e patrimoniale. Uno dei temi centrali del Direttivo di oggi, è stato la riforma delle pensioni; il Segretario Giuliano Tamagnini ha illustrato alcuni degli orientamenti di riforma contenuti in un documento inviato nei giorni scorsi dalla Segreteria di Stato per la Sanità. Partendo del presupposto che la sostenibilità del sistema previdenziale è interesse primario dei lavoratori e dei pensionati, il Direttivo ha ribadito che la soluzione non può essere quella di abbassare drasticamente il livello delle pensioni, attraverso semplici ricette tecnico-contabili, che finirebbero solo per dare origine a generazioni di pensionati in stato di povertà.
Uno dei presupposti di partenza è che la riforma previdenziale può durare alcuni anni, dopo di che ha necessità di essere corretta e aggiornata, stanti i continui cambiamenti dell’assetto economico, sociale e demografico. Una riforma di una simile portata deve trovare la condivisione del sindacato, il quale deve poterla sottoporre ai lavoratori e ai pensionati, ai quali spettano le conseguenti decisioni. Il Governo deve abbandonare l’idea di soluzioni frettolose, assicurando tutto il tempo necessario per completare il confronto e trovare le necessarie convergenze. Circa le politiche di sviluppo, il Direttivo ha ribadito come le norme contenute nella legge sullo sviluppo approvata la scorsa estate, che hanno introdotto la completa liberalizzazione di tutte le assunzioni, non hanno favorito l’occupazione interna. In tal senso, negli ultimi mesi il numero dei disoccupati interni ha ripreso ad aumentare. Per la CSdL la scelta fatta dal Governo deve essere rivista, ripristinando un filtro nella manodopera in entrata, che tuteli il diritto al lavoro dei cittadini sammarinesi e residenti. Sulla revisione della spesa pubblica, è evidente che l’attenzione del Governo è concentrata pressoché unicamente sui dipendenti dello Stato, quando invece è necessario mettere mano ai veri centri di spreco, ad iniziare dagli appalti verso aziende private, che producono costi elevatissimi e spesso del tutto fuori controllo.
Il Direttivo CSdL ha sottolineato la necessità di giungere, in quanto confronto generale con il Governo, a dei punti di intesa complessiva e di condivisione, consentendo al sindacato di portare gli esiti di tali confronto, anche sui temi specifici, alla conoscenza e alla condivisione dei lavoratori. L’auspicio dunque è che l’Esecutivo non voglia abbandonare la strada del confronto e della concertazione, e che voglia evitare di procedere con azioni unilaterali, portando i diversi provvedimenti all’iter consiliare prima di aver esaurito il confronto con il sindacato e i lavoratori. Vogliamo invece che il confronto appena iniziato prosegua in un clima di concertazione e di coesione.
CSdL