Politica

RETE-MDSI sulle dimissioni in Commissione Giustizia e successiva revoca

Giochi del Titano

San Marino. Le dimissioni e la loro successiva revoca. Due decisioni repentine che forse in molti, non addentro ai meccanismi istituzionali e alle dinamiche politiche, fanno fatica a capire. Per questo, Rete – MDSI hanno predisposto un apposito questionario con le relative risposte.

1) Dando le dimissioni e non nominando membri nuovi, i membri di opposizione impediscono alla Commissione Giustizia di lavorare.

Falso, la Commissione può comunque riunirsi e lavorare.

2) Se non si riunisce la Commissione Giustizia, si blocca il Tribunale.

Falso, il Tribunale lavora ugualmente, il suo lavoro non dipende dalla Commissione che è un organo istituzionale in cui politica e magistratura dovrebbero incontrarsi e confrontarsi senza interferire reciprocamente.

3) Si vuole impedire a membri nuovi di sostituire i dimissionari.

Falso, i gruppi di opposizione hanno sottolineato che non avrebbe senso nominare nuovi membri (appartenenti agli stessi gruppi dei dimissionari) perché i nuovi membri non conoscono la situazione pregressa, visto che la Commissione è coperta da segreto (per accedere ai vecchi verbali occorre il voto della Commissione stessa). Da un lato quindi ci sarebbe il rischio di “votare a scatola chiusa”, senza avere una piena consapevolezza delle complessità della vicenda. Inoltre, ed è forse questo l’elemento più importante, le condizioni che hanno portato alle dimissioni dei membri non sono mutate e sono ben lungi dall’essere risolte. Non avrebbe quindi senso effettuare nuove nomine.

4) Perché nel Consiglio di ieri sera, che avrebbe dovuto discutere le dimissioni dei tre membri di opposizione, questi hanno ritirato le dimissioni?

Nella seduta di ieri le forze di opposizione hanno depositato un ordine del giorno per chiedere di soprassedere al comma sulle dimissioni, per le motivazioni di cui al punto 3). Non avrebbe senso sostituire i membri dimissionari in una situazione in cui, all’interno della Commissione, in cui ancora non é conclusa una fase che potrebbe condurre ad una sostanziale modifica degli equilibri interni al tribunale.

L’ordine del giorno presentato, che conteneva le motivazioni della richiesta, è stato sbeffeggiato dalla maggioranza, che non l’ha neppure preso in considerazione.

È talmente naturale la nostra proposta che persino dalle fila della maggioranza era stata ipotizzata come strada da percorrere.

5) Fate spendere un sacco di soldi con queste discussioni in Consiglio!

Qui si apre una parentesi infinita. Perché se la maggioranza fosse capace (e non lo sono state neppure quelle dei passati governi) di portare avanti dei veri confronti fuori dall’aula, il Consiglio procederebbe sempre speditamente. L’unica occasione in cui questo è stato fatto risale al bilancio dell’anno scorso, subito dopo le elezioni: grazie ad un confronto serrato fuori dal Consiglio, si era riusciti ad approvare la finanziaria in poche ore. Per tutto il resto, la maggioranza si è sempre dimostrata insofferente al confronto, concependo il Consiglio come una istituzione da convocare per prendere atto delle azioni del governo. Per questo l’attività dell’opposizione, dal loro punto di vista, risulta fastidiosa invece di essere considerata funzionale ai processi democratici. La maggioranza vede la pagliuzza nell’occhio e non la trave: non dice nulla sui 534 milioni di perdita di Cassa di Risparmio, né sui 50mila euro alla settimana di consulenza per la gestione dei crediti deteriorati, non si fa problemi a non rispettare l’esito sul referendum su tetto stipendi per continuare ad elargire stipendi faraonici. E la lista potrebbe continuare a lungo.

Movimento RETE – Movimento Democratico San Marino Insieme